Discorso di inaugurazione della fondazione Istituto Italiano per gli Studi Europei




Buonasera a tutti
i miei amici dell'Istituto hanno riservato a me il compito di fare i ringraziamenti questa sera.
Ci ritroviamo dopo più di un anno a inaugurare l'anno accademico dell'Istituto Italiano per gli Studi Europei di Giugliano, da allora è trascorso molto tempo, ma quando un progetto, perché allora era poco più di un progetto si trasforma in realtà, soprattutto in una provincia difficile come la nostra, l'emozione è grande e ci scusiamo già da ora se nel ringraziare le persone che ci hanno aiutato dimenticheremo qualcuno.

La nascita dell'Istituto è legata principalmente al contributo di tre organizzazioni:

innanzitutto all'Associazione Uqbar, alla dedizione di trenta ragazzi che riprendendo le parole della lettera inviata al Presidente Ciampi hanno scitto:

"siamo certi della grande utilità che l’Istituto Italiano per gli Studi Europei può avere in quest’area particolare d’Italia e d’Europa. Il Mezzogiorno vive ancora duramente la sua marginalità come condizione geografica e insieme storica, concreta ma anche intellettuale. Qui, l’Europa non è ancora neppure un’idea. Non è radicata e dunque non convince e ciò è ulteriore motivo di ritardo per le nostre terre rispetto al resto d’Italia e d’Europa."

e ancora

"tuttavia, in questa situazione difficile, nessuno di noi ha mai pensato di cedere al disfattismo che accomuna molti giovani che da queste terre hanno preferito fuggire per costruire altrove le propria storia. Noi tutti siamo fermamente convinti della nostra scelta di restare in questo angolo di Mezzogiorno, fra le stragi di camorra e la lontananza dalle Istituzioni. Abbiamo deciso di restare perché riteniamo giusto lavorare qui dove c’è maggiore bisogno, invece che andare via in cerca di luoghi migliori per le ambizioni individuali. Crediamo che le cose possano essere cambiate, con pazienza, con coraggio, con dedizione. Noi non ci arrendiamo alla dimenticanza perché crediamo in una Storia costruita dagli uomini, una Storia delle volontà."

queste sono le principali motivazioni che ci hanno spinto a Fondare l'istituto, e a questi ragazzi va il primo ringraziamento.

Poi all'Istituto Italiano per gli Studi Filosofici di Napoli, al prof. Gargano, al prof. Tonini, alla signora Antonella, a tutti gli altri e naturalmente, all'avvocato Marotta al quale siamo legati oramai da un rapporto bellissimo.
Un rapporto che si è consolidato oltre che negli incontri ufficiali in tantissime serate trascorse nel suo studio dove si respira un'aria particolare, perché a casa dell'avvocato Marotta, mentre si inciampa tra migliaia di libri che sono deposti ovunque, la nostra facoltà di sognare aumenta vertiginosamente, torniamo a casa sempre con centomila nuove, "pazze" idee nella testa, e lì in fondo a quella stretta stradina di via Calascione il mondo ci appare diverso, più plasmabile secondo le nostre aspirazioni…
E per descrivere la gentilezza con la quale l'avvocato sempre ci ha ospitati, anche quando in queste settimane è stato dolorante nel letto, userò le parole che J. Deridda, uno dei massimi filosofi europei, ha espresso nel discorso pronunciato alla Sorbona in occasione della "laurea onoris" causa consegnata a Marotta:

"Sì ognuno è il suo invitato, e se nelle loro persone egli intende ricevere unitamente il pensiero, la filosofia, il sapere, le humanitates, la scrittura, non dimentichiamo che per accogliere egli sa dare in primo luogo la parola, a cominciare dalla sua, e dare se stesso. Egli si reca sempre presso i suoi ospiti, rende loro visita, anche quando essi sono a casa sua. Viene ad ascoltarli, suprema cortesia, come se fosse lui il loro invitato. E' questa la grande arte, un'arte rispettosa delle grandi leggi dell'ospitalità."

E anche con dei giovani studenti universitari come noi la sua ospitalità è stata sempre grande, grazie avvocato Marotta, grazie di tutto.

Se oggi siamo qui a inaugurare l'Istituto, se l'idea dell'avvocato Marotta di costituire in un antico palazzo della provincia di Napoli un centro di studi europei che avvicinasse il Mezzogiorno all'Europa e se la sua disponibilità di risorse e conoscenze ha trovato i giovani dell'Associazione Uqbar pronti a seguirlo, è pur vero che però tutto il progetto sarebbe forse rimasto un bel sogno se non avesse trovato una Amministrazione particolarmente sensibile, e per questo dobbiamo ringraziare principalmente la caparbietà del nostro Sindaco, il dottor Giacomo Gerlini, e del nostro dirigente del settore cultura, la dott.ssa Annamaria Pugliese.
Caparbietà perché spesso il dott. Gerlini si è ritrovato solo in questa lunga strada che ci ha portato alla costituzione dell'Istituto Italiano per gli Studi Europei: la sua idea era quella di donare al Comune di Giugliano un centro di studi e ricerca permanente ed è stata questa l'idea che ci ha uniti sin dall'inizio; una svolta nelle politiche culturali estemporanee tipiche delle amministrazioni di provincia; la nascita dell'Istituto, il premio Giovan Battista Basile, l'estate di Liternum, la costruzione del nuovo, seppur piccolo, cinema sono un segno preciso di una nuova politica culturale, rappresentano un auspicio affinché si possa riuscire con attività stabili ad offrire alle prossime generazioni un futuro migliore.
Nel lavoro portato avanti in questi anni i rapporti con il dottor Gerlini, inizialmente un po’ diffidente nei confronti dell'Associazione Uqbar, sono diventati di grande fiducia; del resto quei ragazzi conosciuti più di sei anni fa sono diventati molto più grandi; ci piace ricordare soprattutto che ci ha sempre trattati molto duramente un po’ come quei genitori che ai figli tornati a casa con un bel voto rispondono sempre che potevano fare meglio, così abbiamo imparato le leggi, i regolamenti, le procedure, insomma tutto il necessario per amministrare la Fondazione, maturando sicuramente tanto.
E la cosa più bella, e lo dico soprattutto ai giovani amici che sono in sala, abbiamo fatto un'esperienza straordinaria perché ci hanno lasciato fare tutto da soli, nessun controllo politico da parte dell'Amministrazione, nessuna pressione, nessuna richiesta, niente di tutto ciò di cui sono terrorizzati tanti ragazzi che si allontanano dall'esperienza della polis e dal loro dovere di essere prima di tutto cittadini.
Difficoltà e nemici chiaramente ne abbiamo trovati tanti lungo la strada, ma quelli più pericolosi possiamo senz'alcun dubbio dire che si chiamano Burocrazia e "Normale Amministrazione".
Il primo nemico si combatte soltanto con un'enorme pazienza e una instancabile volontà;
il secondo invece che noi appunto abbiamo chiamato "Normale amministrazione", intendendo con questa espressione la mentalità per la quale nei nostri paesi ci sono delle priorità che puntualmente ci vengono sottolineate: come i vetri rotti nelle scuole, i dipendenti comunali insufficienti, i rifiuti urbani non raccolti, i parcheggi in difetto, le buche nell'asfalto, etc.), come se la felicità si trovasse nell'ordine e nella pulizia, e come se la spiritualità che è la forza dell'uomo del Mezzogiorno si alimentasse di asfalto e cemento.

A questa ideologia - come abbiamo scritto - della normale amministrazione che può portarci, nella migliore delle ipotesi, ad una situazione che altri comuni hanno già raggiunto trent'anni fa, lasciandoci ancora in una profonda arretratezza di civiltà, di tecnologia e, ancora peggio, di cultura.
A questa "politica" che non ci fa compiere il salto che invece è possibile e necessario perché si possa, in qualche anno, riagganciare la democrazia e la modernità, senza far vivere ancora intere generazioni di giovani, che attraverso i mass media ormai conoscono altre forme di esistenza, nella sofferenza della loro condizione di drop-out, tagliati fuori dalla storia del secolo; mentre i loro cugini americani o francesi, nelle università, nei cinema, nei teatri, agli expo, ai concerti vivono il loro tempo, aldilà del fatto che poi può essere brutto o bello, felice o infelice quanto volete, ma almeno vivono la loro Storia.

A questa idea rispondiamo che la logica della normale amministrazione ci taglia fuori, con un circolo vizioso ci ferma trent'anni indietro, senza speranza.
Un circolo vizioso perché le "migliori teste" di questi paesi potrebbero diventare la futura classe dirigente del Mezzogiorno e accelerarne la rinascita sfruttando un naturale fenomeno di amplificazione e risonanza.
Invece senza stimoli intellettuali, senza disponibilità di risorse per lo studio e la ricerca, da qui, dalle nostre città arrovellate tra gli innumerevoli problemi di tutti i giorni, i giovani studiosi sono costretti ad andare via, spronati anche dalle famiglie che ormai, senza più orgoglio e volontà di riscatto, proiettano nei loro figli le delusioni di tanti anni di arretratezza,  alimentando la diaspora del Mezzogiorno d'Italia.
E' questo il motivo per il quale la risposta più ricorrente alla domanda che si rivolge ai giovani sul loro futuro è quella di voler andare via alla ricerca di nuovi orizzonti; a volte è un fuggire che sottende crisi individuali, spesso, crediamo, è invece la mancanza reale di prospettive, e questo è un problema di interesse generale, e dunque, di interesse della politica."

E' per questo motivo che Le diciamo grazie signor Sindaco perché i giovani, e non solo, hanno bisogno di sogni e non di strade veloci, di speranze e non di vetri nelle scuole: quello non è fare politica ma ordinaria amministrazione; ed è per questo che Le abbiamo chiesto di diventare Presidente onorario nella carica pro-tempore della nostra fondazione, nell'imprescindibile auspicio che la nostra città possa sempre contare su personalità rappresentative e di indubbio valore civile.

Inoltre un ringraziamento particolare va alla famiglia Palumbo oggi rappresentata dal sempre disponibile senatore Nello Palumbo che ha occupato queste stanze fino a qualche settimana fa e, in particolare, all'ingegnere Luigi Palumbo, proprietario di questa parte dell'edificio che ha mostrato subito la sua disponibilità e che ha accettato la nostra proposta di restaurare con i soldi del fitto la Sala delle Feste, che crediamo rappresenti molto dal punto di vista storico per tutta la città.

Ringraziamo naturalmente tutti voi che siete intervenuti questa sera, i cittadini che più volte ci hanno manifestato il loro consenso, i Consiglieri comunali, gli Assessori, le autorità presenti in sala, l'onorevole deputato Cananzi, i Sindaci e gli Assessori dei comuni della provincia di Napoli che ci sono stati vicini in questi anni, le forze dell'ordine con le quali abbiamo intenzione di collaborare nei prossimi mesi insieme all'Associazione Nazionale Magistrati su un progetto di corsi per la legalità, il Vice Presidente della Giunta Regionale, Nino Daniele, nella sua particolare veste di Assessore Regionale alle Politiche europee a noi molto vicine.
Ringraziamo il professore Masullo che abbiamo fortemente voluto per l'inugurazione di questa sera perché le sue parole sull'Europa hanno una forza e un'intensità particolari come vedrete tra poco.

Infine un ringraziamento speciale ai nostri genitori che in questi anni ci hanno appoggiato e sopportato: per gli orari sistematicamente non rispettati, abbiamo trascorso le due ultime vigilie di Natale a casa dell'avvocato a preparare documenti e a progettare iniziative, per gli esami all'università spesso saltati, per la rabbia che a volte ci ha preso quando tutto sembrava più difficile, per la loro instancabile disponibilità; grazie a tutti!

Per concludere vogliamo sottolineare che ogni inaugurazione porta con sé una duplice sensazione: da un lato la gioia per quello che si è riusciti a fare, dall'altro la paura perché si è solo agli inizi, la strada è ancora lunga e siamo certi che soltanto con la collaborazione di tutti potremo andare avanti. Grazie.

Giugliano, domenica 26 settembre 1999
(da Discorso di inaugurazione della fondazione Istituto Italiano per gli Studi Europei)


Armando Di Nardo

Commenti

Post popolari in questo blog

Il Concordato Idrico della Città di Giugliano in Campania

#10 Cose da fare prima di allentare il Lockdown per il COVID-19

SPAZI APERTI