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Visualizzazione dei post da agosto, 2014

Appunti di viaggio. Nella caduta, l’anima della Grande Mela.

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I muscoli. Venti anni fa a rapirmi furono la verticalità e la forza centripeta della Grande Mela. Sentii i muscoli della città nello stridere dell’acciaio dell e torri scintillanti, dei ponti sospesi, dei binari sotterranei senza fine; vidi il sangue che correva all’impazzata nei taxi delle strade ortogonali, nei teatri urlanti di Broadway, nelle vetrine colorate al neon; respirai l’odore della carne bruciata sui marciapiedi, dei liquami organici nelle enormi caditoie, del fumo rigurgitato dai chiusini che saliva dalle viscere dei quartieri che, senza sosta, divoravano energia per il luccichio sovrastante. Ascoltai anche i Gospel ad Harlem, guardai le pattinatrici sul ghiaccio al Rockefeller Center, passeggiai sui prati di Central Park e visitai gli splendidi musei. Fui segnato da quella esperienza, ma non trovai il cuore della città. Il cuore. Questa volta, con più tempo a disposizione, ho scelto la dimensione orizzontale della metropoli. Ho camminato nel campus dell