Il Concordato Idrico della Città di Giugliano in Campania
Anche i grandi condomini di Giugliano centro e
della zona costiera stanno aderendo numerosi alla proposta dell’Amminsitrzione.
Molti utenti corrono dagli avvocati a ritirare i ricorsi, e alcuni grandi utenti, aziende pubbliche e
private, hanno già aderito o stanno per aderire.
Possiamo dire
ciò in base ai numeri che abbiamo a disposizione: a casa dei cittadini sono arrivate poco meno di 3.000
atti di adesione accompagnati dalla lettera del Sindaco e ne sono stati già
sottoscritti oltre 1.000 in meno di
dieci gironi!!
Visto il trend…
pensiamo, con la dovuta cautela, si tratti di un vero successo che premia il grande sforzo organizzativo per una battaglia di legalità e giustizia.
Normalizzazione del processo
Abbiamo ormai un
quadro completo di tutta la situazione del servizio idrico: gli utenti
complessivi sono circa 37.000; circa 1/3 sono sprovvisti di regolare contratto
di somministrazione e di contatore idrico; 1/3
ancora ha il contatore idrico non funzionante e il resto degli utenti ha consumi
idrici riscontrabili dalle letture dei contatori, dal 1998 ad oggi, che superano,
nella maggior parte dei casi, le somme proposte dal concordato. Pertanto
anche per loro la proposta del Comune è un’opportunità da non perdere!
Lo sforzo di
normalizzazione del servizio, di ricerca degli allacciamenti abusivi è tutt’ora
in corso: infatti gli uffici comunali competenti, l’Ufficio Acquedotto,
l’Ufficio Manutenzioni e quello Finanziario insieme all’Ufficio antiabusivismo
stanno facendo un gran lavoro: abbiamo finalmente un archivio completo degli
utenti (con nome e cognome), sono stati trovati circa 20.000 utenti che non hanno mai contribuito al servizio idrico
tra cui 5.000 utenti senza residenza! Gli uffici stanno provvedendo anche
ad incrociare i database idrici con quelli del servizio di raccolta dei rifiuti urbani in
maniera tale da recuperare evasori anche sul fronte della nettezza urbana.
La più grande operazione di recupero
economico del comune di Giugliano e le prime adesioni
Il “concordato
idrico” rappresenta la più grande operazione di recupero di risorse economiche
per il comune di Giugliano… 47 milioni di euro che serviranno a realizzare le infrastrutture idriche e
fognarie, aumentare le pressioni,
ridurre le perdite, di cui la città
ha bisogno, e a rafforzare il bilancio comunale.
Voglio
sottolineare un fenomeno importante: le prime persone che hanno aderito al
concordato sono quelle appartenenti alle fasce
della popolazione più deboli, persone anziane e famiglie in difficoltà, che
ci hanno raccontato che sono state convinte dall’equità della proposta, dalla
voglia di chiudere una vicenda vecchia e degradante per questa città. Si sono
complimentate con l’Amministrazione e ci hanno incoraggiato a proseguire in
questa direzione. Crediamo che la città stia dando una grande lezione di civiltà a coloro i quali hanno la triste
abitudine di criticare qualsiasi proposta e di non credere nell’onestà dei
nostri cittadini e a tutti quelli che hanno la cattiva abitudine di non adempiere ai propri doveri civici.
Alcune considerazioni generali
Prima di
affrontare la questione della eventuale prescrizione vorrei fare alcune
considerazioni sul clima di questi mesi che si è creato intorno al concordato
idrico.
Vorrei
innanzitutto precisare che ogni cittadino di Giugliano sa bene che, da circa 15
anni, esiste un problema legato alla riscossione dei canoni idrici e alla
pessima qualità del servizio idrico e fognario. Ogni cittadino sa da dove provengono le responsabilità,
ma sa anche che molti utenti hanno approfittato della situazione di anarchia in cui ci siamo trovati. Gli stessi
cittadini sanno bene che l’attuale Amministrazione, il sottoscritto, nonché
tutte le altre persone che ci hanno dato una mano in questa battaglia di
legalità… non hanno alcuna responsabilità per lo stato attuale di disservizi,
né per le vecchie bollette, tanto meno per la cattiva qualità dell’acqua
potabile. Direi anche che l'Amministrazione non potrà neppure essere accusata di inerzia o indifferenza rispetto al problema
finanziario e ai problemi di carenza infrastrutturale. Dico questo perché,
come sapete bene, anche con l’acqua si
può fare la politica (non facendola pagare) e il modo migliore è quello di
non far nulla e lasciare agli altri l’iniziativa. Ognuno di voi sa bene che
chi furbamente non fa… non sbaglia
Ciò premesso
vorrei riportare la questione nei giusti
binari: noi non siamo un’azienda privata, né una compagnia telefonica,
tanto meno una società per azioni che, per sostenersi, ha bisogno del profitto
delle vendite… non stiamo vendendo
niente. Abbiamo fatto un’operazione
al contrario: abbiamo contato i debiti, abbiamo verificato, oggettivamente
i consumi medi a persona, e abbiamo spalmato equamente questo enorme buco finanziario
su tutti gli utenti.
Consentitemi una
domanda: ma più acqua pubblica di così
cosa dovevamo fare? Il Comune l’acqua la paga alla Regione, i cittadini
rimborsano il Comune. Niente di più. L’alternativa era continuare a regalare
l’acqua e indebitare il comune fino a portarlo
alla bancarotta… Non credo che pensiate che questo possa significare governare
bene per i cittadini attuali e per le generazioni future… non credo che questo
sia sviluppo durevole e sostenibile.
Le critiche di questi giorni sui muri della
città
Le aggressioni
di questi giorni sembrano quelle contro le assicurazioni, oppure contro le
compagnie telefoniche; è il principio generale quello che sfugge a coloro i
quali hanno intenzione di destabilizzare il clima favorevole creato dalle
migliaia di adesioni di questi giorni: il
concordato idrico è semplicemente il tentativo di normalizzare tutto il sistema,
è semplicemente una risposta a tutti coloro, e credo siano la maggior parte, che
volevano che tutti contribuissero a pagare, che non vi fossero privilegiati,
che fossero installati i contatori, che tutti avessero accesso ad una “buona
acqua”, ecc.
La prescrizione
Voglio aprire ancora
una piccola parentesi prima di affrontare la questione prescrizione. Chi ha
scritto in questi giorni di prescrizione ha parlato di giustizia e verità.
Proprio da lì vorrei partire. Scusate se insisto: ma è un fatto che l’acqua è stata consumata. Circa 15 milioni di metri
cubi l’anno. Anche nel ’98, nel ’99 e nel 2000. Penso che questo sia una dato
certo, incontestabile e, non credo, a meno dei problemi di scarsità di acqua
nei periodi estivi e ad alcune situazioni particolari, che il Comune abbia impedito l’approvvigionamento idrico
a qualcuno. Allora perché accanirsi
sulla questione della prescrizione e parlare
di giustizia quando la risorsa è stata consumata da tutti e quando giustizia
dovrebbe essere quella di contribuire alla spesa per quello che si è consumato?
Allora, se credete nel principio che abbiamo seguito, ovvero quello di calcolare i
consumi in base alle medie dei consumi italiani e per componenti del nucleo
familiare, non è questo criterio più
giusto di quello di dire non pago perché è prescritto e dunque pagheranno i
nostri figli con un Comune in bancarotta?
Veniamo ai
ricorsi e alle prime poche sentenze a nostra disposizione da qualche giorno:
1)
la casistica è molto varia ma è possibile ricondurla a
tre/quattro tipologie:
a)
chi non ha né il contratto né il contatore;
b)
chi ha il contatore ma non funziona da anni;
c)
chi ha il contatore funzionante ma non è possibile
risalire alla lettura iniziale del 1998;
d)
infine chi ha il contratto, il contatore funzionante e
la lettura iniziale.
Penso che i casi
vadano trattati in maniera diversa,
e l’Amministrazione sta già studiando le forme per appellarsi nei tribunali ordinari alle sentenze dei giudici di pace
e per difendersi da coloro che da anni
hanno usufruito di un servizio gratuitamente, spesso con allacci abusivi ed
igienicamente poco raccomandabili.
Pensiamo che,
con differenti gradi di responsabilità dalla prima alla terza categoria, ai
sensi delle leggi attuali e di numerose sentenze della Corte di cassazione,
possa essere eccepito dal furto d’acqua all’indebito
arricchimento, dall’inabitabilità di
case non allacciate alle condotte idropotabili alla contaminazione della
risorsa idrica mediante pozzi non autorizzati.
Ma non è questo
il livello della discussione, nessuna Amministrazione, infatti, tanto meno la
nostra, vuole avviare procedimenti
giudiziari di massa nei confronti dei cittadini, anzi il concordato rappresenta
proprio la volontà di voler sanare in
maniera equa per tutti una situazione al di fuori delle aule dei tribunali.
Anche l’aver scelto di non difendersi contro i singoli ricorrenti ma aver
scelto una soluzione generale rappresenta una prova di non volere lo scontro e
la lacerazione dei rapporti con la cittadinanza. Tuttavia, a differenza delle
Amministrazioni che ci hanno preceduto, abbiamo scelto di recuperare le somme
con un atto coraggioso di chiedere dei soldi ai cittadini per quanto consumato.
E pertanto, sempre seguendo un principio di giustizia, ci difenderemo anche da
coloro che ricorreranno ai giudici di pace con tutte le armi, civili e penali,
di cui un’Amministrazione può avvalersi.
Anche l’idea del
calcolo forfettario, sebbene eccepita
da alcuni giudici di pace e da alcuni avvocati, ci convince ancora per la base
di giustizia ed equità che sottende; tant’è vero che vi sono sentenze che si
basano sul principio del risarcimento forfettario quando non è possibile
stabilire oggettivamente l’entità dei consumi non solo per il servizio
idropotabile, ma anche per quello dell’energia elettrica.
Pertanto la proposta
dell’Amministrazione è stata quella di ricercare un accordo con le parti
sociali, prima, poi con le associazioni dei consumatori e, infine, con i cittadini. Il
percorso è stato fortemente condiviso.
Ma c’è molto ancora da fare e ci sono
ancora alcune criticità
Innanzitutto
vorrei lanciare un appello alle forze
politiche, soprattutto a quelle di centro sinistra, per aiutarci in questa
battaglia per la legalità. Pensiamo che occorra ritrovarsi insieme su questioni
che interessano la finanza locale ma ancor più il senso civico di ognuno di
noi. E il problema dell’acqua a Giugliano rappresenta entrambe le questioni.
Sebbene siano
stati attivati molti sportelli, sia alla GESET che al Comune, i disagi
persistono e stiamo studiando ulteriori forme di accesso per velocizzare le
procedure e ridurre i tempi di attesa dei quali ci scusiamo con tutta la cittadinanza che in questi giorni, con grande civiltà e responsabilità, si sta
recando presso gli sportelli.
La
documentazione non è ancora giunta in tutte le case perché gli utenti sono,
come abbiamo detto, oltre 37.000, ma abbiamo già installato circa 4.000 nuovi contatori e stiamo
già partendo con il potenziamento della rete idrica e fognaria e, dal 20
febbraio, è stata avviata, insieme all’ASL e all’ARIN, ai sensi del decreto
legislativo n° 31 del 2003, una campagna
di misure periodiche per controllare la qualità dell’acqua verificando una
serie di parametri chimici e batteriologici.
Insomma, siamo sulla buona strada!
(da intervista a "TeleclubItalia", ottobre 2007)
Insomma, siamo sulla buona strada!
(da intervista a "TeleclubItalia", ottobre 2007)
Armando Di Nardo
Assessore alle Reti Tecnologiche
del Comune di Giugliano in Campania
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