Uqbar: la sensazione di vivere in un sogno prolungato.



(lettera ad una amica) 
Cara C.
una delle cose che proprio non riesco a sopportare è pensare di non essere stato chiaro in un discorso, e forse quella sera in pizzeria le cose che ho detto sono state troppe e poco ordinate, ho pensato così di ritornarci su con qualche appunto, nella consapevolezza che la scrittura aiuta ad orientarsi meglio nel fiume di parole che spesso ci “eccedono”, e nella speranza di risultare questa volta meno disordinato.
Le questioni erano due; la prima riguardava la politica del territorio, e a questa  ho pensato di dedicare il prossimo articolo di fondo di Uqbar e dintorni, di cui ti ho accennato qualcosa sabato alla conferenza e del quale ti allego una copia, che riassume un po’ le nostre (di Uqbar intendo) posizioni sull'argomento.
Per quanto riguarda la seconda questione di cui parlammo, mi riferisco a quella del teatro al liceo, continuo a pensare che è particolarmente difficile da raccontare; forse lo scambio epistolare tra Erri De Luca e Angelo Bolaffi che ho letto proprio in questi giorni può esserci d’aiuto.
Ti riporto un passo particolarmente interessante in cui Erri De Luca, cercando di definire lo spirito che alimentava il sessantotto, racconta:

“… e un altro di questi vantaggi era partecipare di una giostra di amori che brulicavano in mezzo a quelle tensioni. Ma non erano per tutti, c’era un codice di esclusione anche lì.
Erano decadute le gerarchie di bellezza, di censo: i belli, i ben vestiti, i ben forniti non valevano un soldo. Però contavano altre attrazioni, come il credito che i singoli si accaparravano con le loro parole in mezzo agli altri.
C’era una ribalta e distribuiva gradi. La gran parte di noi sognava a occhi aperti la ragazza da tenere sottobraccio al corteo, da proteggere nella necessità e davanti alla quale mostrarsi risoluto. Chissà quanto coraggio di allora, anche il mio, era dedicato alle spalle, a un paio d’occhi impossibili che ci seguivano da lontano. Meglio non voltarsi a cercare di incrociarli, tanto non c’erano.
Così si stava in amore, anche senza un’altra parte da stringere tra i denti in un nome. Si stava in amore perché ferveva intorno e prometteva a tutti un giorno di fortuna.”

     (Erri De Luca e Angelo Bolaffi, da “Come noi coi fantasmi”)


Ecco, il teatro in quegli anni del liceo costituì, per alcuni di noi, un po’ quello che il sessantotto ha rappresentato per Erri De Luca e che per noi oggi rappresenta Uqbar… la sensazione di vivere in un sogno prolungato.
Una gioia intensa e allungata, che dura tanto da lasciarti il tempo di guardarla dal di fuori: una sensazione strana, che ti porti appresso per sempre con la certezza che hai avuto la fortuna di rubare un segreto al mondo e che hai il dovere di raccontarlo…
Ma raccontare i desideri non è difficile, la sfida è dare loro consistenza, e allora pensai all’ingegnere come ad un costruttore di sogni e ad Uqbar come la città dove cominciare a provare le nostre esperienze…
E dunque ecco perché, quella sera, ti dicevo che il primo passo da compiere è quello di cercare forme di aggregazione intorno ad un progetto, che possa far scattare sensazioni come quelle descritte sopra, solo allora avremo dato un contributo vero, rivoluzionario perché ha la forza di lasciare il segno, alle nostre città.
Tu dicevi che non è possibile aggregare tutti, dicevi “ma ti guardi intorno?”, d'accordo, ma proprio questo intendevo quando nell'articolo di fondo ho scritto "un naturale fenomeno di amplificazione e risonanza", cioè se comincia a funzionare con qualcuno poi diventa una reazione a catena…
Penso che la rivoluzione possa compiersi in un attimo di distrazione degli eventi, quando sembra veramente impossibile, quando nessuno se lo aspetta, e invece noi siamo lì pronti a cogliere il momento…
E in questo le Scuole Estive e l’Istituto hanno un ruolo importante… nella consapevolezza che la cultura è un mezzo e non un fine… e il “gruppo C.”, come vi chiamo nelle riunioni di Uqbar, può darci una mano, ne sono certo…

Domani parto per Parigi e non so se riesco a farti avere questi appunti, nel frattempo aggiungo una nota: la tua amica Miriam è proprio simpatica…


a presto!




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